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Diarrea da terapia antibiotica

diarrea da terapia antibiotica

Gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti, fondamentali per prevenire o contrastare infezioni batteriche che altrimenti il sistema immunitario farebbe fatica o non riuscirebbe da solo a debellare.

Esistono antibiotici per infezioni di ogni genere. I più prescritti sono gli antibiotici per le infezioni delle vie respiratorie, delle vie urinarie e dell’apparato gastrointestinale. Come tutti i farmaci, però, la loro assunzione potrebbe essere associata ad effetti collaterali, tra i più comuni  quelli a carico dell’apparato digerente. Il rischio è maggiore con l’uso di penicilline ad ampio spettro come aminopenicilline con o senza clavulanato, cefalosporine, clindamicina, fluorochinolonici come ciprofloxacina e levofloxacina. La comparsa o meno di effetti collaterali dipende inoltre se la somministrazione è protratta a lungo o ripetuta ciclicamente. Più a rischio sono le donne, i soggetti immunodepressi, i bambini sotto i 6 anni e gli adulti sopra i 65 anni.

Frequente è la la diarrea da antibiotici che può insorgere  durante la terapia o entro la settimana dalla sospensione dell’antibiotico e che può manifestarsi anche per qualche mese dopo l’interruzione.  Si manifesta con aumento della motilità intestinale e del transito, con tre scariche di feci molli o liquide al giorno per almeno 24 ore, durante un trattamento antibiotico o nei 2 mesi successivi alla sua interruzione.

Il trattamento antibiotico, specie se prolungato, può portare anche all’insorgenza dell’IBS (sindrome del colon irritabile), con manifestazioni tipiche come flatulenza, gonfiore addominale e alterazione dell’alvo (diarrea ,stipsi o entrambe).  Alla base di questi disturbi è presente sempre una disbiosi, cioè un’alterazione del sottile equilibrio di convivenza tra microrganismi benefici e microrganismi opportunisti.

Alla disbiosi si associa anche un’alterazione della barriera intestinale (la superficie di scambio tra l’organismo e l’ambiente esterno). Quando la barriera intestinale è danneggiata non è più in grado di bloccare l’ingresso di antigeni, tossine e batteri che così giungono al sistema immunitario intestinale innescando un processo infiammatorio che amplifica il danno alla barriera e tutti i sintomi intestinali che lo caratterizzano.

Come gestire pertanto la diarrea associata all’uso di antibiotici? Sicuramente attraverso l’idratazione, la dieta e nei casi complicati con l’ausilio di specifici farmaci. Bisogna poi intervenire sul microbiota e sulla barriera intestinale: è necessario ripopolare l’intestino con microrganismi “buoni” e  ripristinare l’integrità di barriera intestinale. Questo è possibile innanzitutto attraverso l’integrazione di probiotici.

I probiotici sono microrganismi vitali, per lo più Lattobacilli e Bifidobatteri, che esercitano un’azione benefica sull’intestino. I probiotici inibiscono la crescita di batteri patogeni, abbassano il pH intestinale (attraverso la produzione di acido lattico)  rendendo l’ambiente sfavorevole alla crescita dei microrganismi opportunisti, che normalmente necessitano di pH alcalini, competono con i microrganismi opportunisti sia per nutrienti che per siti di adesione ed esercitano un’azione procinetica migliorando il transito intestinale. Di probiotici sul mercato ce ne sono svariati e non tutti di qualità. E’ molto importante prestare attenzione al ceppo e alle CFU (unità formanti colonie) che devono essere di almeno un miliardo.

Possiamo, inoltre, favorire ulteriormente la crescita dei batteri “buoni” attraverso l’integrazione di prebiotici, sostanze che agiscono da nutrimento. Un esempio di prebiotici sono alcuni polisaccaridi (quelli del fungo medicinale Hericium erinaceus per citarne alcuni), il lattulosio, i FOS (frutto-oligo-saccaridi), l’inulina. I prebiotici sono importanti anche perché aiutano i batteri “buoni” a produrre sostanze utili per il mantenimento dell’integrità di barriera, come gli acidi grassi a catena corta, tra cui il più conosciuto l’acido butirrico. L’acido butirrico rappresenta la principale fonte di energia per le cellule epiteliali che rivestono il colon ed esercita un’azione fondamentale non solo a livello strutturale ma anche metabolico (produzione grassi e vitamine) e sull’umore, stimolando la produzione di neurotrasmettitori che riducono stress e ansia.

Probiotici e prebiotici spesso sono presenti singolarmente nei vari integratori. In alcuni prodotti, i cosiddetti simbiotici, sono presenti entrambi, e attualmente rappresentano l’abbinamento più completo e mirato per la salute dell’intestino.

Quando assumerli? Durante la terapia antibiotica e almeno due settimane dopo la sospensione. In questo modo è possibile ridurre gli effetti collaterali del farmaco e salvaguardare la salute dell’intestino.

 

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