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Tappo di cerume: perchè si accumula e come prevenirlo

tappo di cerume

Un adulto su venti e un anziano su tre soffre di tappo di cerume.

Il cerume è una sostanza cerosa di colore giallastro/arancione, prodotta dalle ghiandole presenti nel condotto uditivo esterno (il canale che collega il padiglione auricolare alla superficie laterale del timpano). Ha una funzione lubrificante, protettiva, trattiene polvere, corpi estranei  e cellule di sfaldamento e protegge da egenti infettivi come batteri, funghi e virus.

La produzione di cerume e la sua consistenza variano da individuo ad individuo.  Quando il cerume non viene adeguatamente espulso, si accumula e si forma il cosiddetto tappo.

Le cause della formazione del tappo possono essere diverse:

  • conformazione del condotto uditivo (troppo stretto) o abbondanza di peli;
  • protesi acustiche che ostacolano l’eliminazione spontanea del cerume;
  • scorretta igiene e uso di cotton fioc;
  • uso eccessivo di tappi auricolari o di auricolari;
  • esposizione ad ambienti polverosi;
  • età, con l’invecchiamento le ghiandole del condotto udivo si atrofizzano e il cerume diventa secco e duro e più difficile da eliminare.

 

Il tappo di cerume non necessariamente provoca sintomi apprezzabili. In alcuni casi però l’ostruzione è talmente importante da creare dei fastidi: ipoacusia (le onde sonore non riescono a raggiungere il timpano e il suono è  ovattato), prurito, rimbombo dei suoni, ronzii, dolore, vertigini. In questi casi è necessaria l’estrazione del tappo di cerume che va fatta in ambulatorio da un medico, in genere otorinolaringoiatra,  evitando i rimedi della nonna (come coni di cera o olio di oliva tiepido) che potrebbero essere pericolosi e provocare la perforazione del timpano.

Generalmente l’estrazione in ambulatorio consiste nell’instillare direttamente nell’orecchio gocce ceruminolitiche per ammorbidire il cerume e favorirne la fuoriuscita, nell’introduzione di un getto d’acqua a temperatura corporea direttamente nel canale uditivo, nel rimuovere il tappo utilizzando un particolare strumento ricurvo (curetta),  nell’utilizzare una cannula collegata con un sistema di aspirazione. In alcuni casi in cerume è talmente duro che è necessario un iter preparatorio (con istillazione di gocce che ammorbidiscono il cerume) qualche giorno prima dell’estrazione.

E’ possibile però prevenire l’accumulo di cerume seguendo piccole accortezze. Innanzitutto una  corretta igiene dell’orecchio esterno. Non usare assolutamente cotton fioc (che spingono il cerume in profondità), piuttosto usare un fazzoletto di stoffa inumidito e passarlo sulla parte più esterna del condotto uditivo.

Nell’anziano, nei portatori di protesi e nei soggetti predisposti ci si può avvalere di prodotti emollienti specifici, acquistabili in farmacia. Innovative sono le soluzioni otologiche a base di olio ozonizzato.

L’olio ozonizzato è un composto formato da ozono e da olio di semi di girasole. Questo legame è necessario al fine di stabilizzare l’ozono (renderlo attivo) e favorirne una maggiore penetrazione cutanea, cosa che non sarebbe possibile se si utilizzasse l’ozono nella sua forma pura gassosa.

L’olio ozonizzato idrata la cute, ammorbidisce il cerume e ne facilita la rimozione spontanea. Esercita inoltre un’azione antibatterica, antifungina e antivirale prevendendo la formazione di infezioni. L’olio ozonizzato è infatti in grado di penetrare all’interno di batteri, funghi e virus bloccandone la proliferazione.

Potrebbe essere utilizzato nei portatori di protesi, per l’igiene quotidiana dell’orecchio (instillare 2-3 gocce lasciando agire per un paio di minuti),  dopo aver rimosso la protesi,  e nei soggetti predisposti alla formazione di tappo, 1-2 volte a settimana, sempre 2-3 gocce, come prevenzione.

Sempre nei soggetti con protesi, l’azione riepitelizzante dell’olio ozonizzato potrebbe essere utile nei casi di piccole lesioni provocate dall’uso prolungato della protesi.

Le soluzioni otologiche a base di olio ozonizzato hanno inoltre la caratteristica di non lasciare residui e di essere estremamente sicuri anche in pediatria (a partire dai 6 anni di età).

 

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