E’ da un po’ di tempo che gli scaffali dei nostri supermercati e profumerie si sono riempiti di prodotti “senza parabeni”. Oggi voglio soffermarmi con voi su queste sostanze e del perché da tempo sotto i riflettori.
Cosa sono i parabeni
I parabeni (i metilparabeni, gli etilparabeni, i propilparabeni, i butilparabeni) sono dei conservanti di natura chimica, economici e particolarmente efficaci, che vengono, o almeno venivano, ampiamente impiegati dalle industrie per proteggere i prodotti cosmetici e farmaceutici dalla contaminazione e dal deterioramento da parte di funghi e batteri.
Nella cosmesi sono presenti quasi ovunque: shampoo, bagnoschiuma, saponi, creme, deodoranti, detergenti e chi più ne ha ne metta!
L’attenzione a queste sostanze sorge nel 2004, quando la dott.ssa Philippa Darbre, dell’università di Reading (UK) sul Journal of Applied Toxicology pubblicò uno studio che mise in evidenza la presenza di elevate concentrazioni di parabeni in campioni mammari prelevati da donne affette da tumore al seno. Si trattava di parabeni contenuti nei deodoranti?
Da lì il dubbio che i parabeni, per la loro azione similestrogenica, potessero interagire col sistema endocrino e favorire la comparsa di tumore al seno.
Si susseguono altri studi che mettono in ballo la possibile azione androgenoantagonista dei parabeni e la capacità di interferire con le funzioni riproduttive maschili.
Rischi per la salute
Nel 2010 il Comitato Scientifico per la sicurezza dei consumatori (CSSC) ha esaminato la questione parabeni giungendo alla conclusione che alcuni di questi come il butilparabene e il propilparabene sono da considerarsi sicuri per la salute fino ad una concentrazione pari allo 0,19%. Ciononostante, le attuali direttive che vigono in materia cosmesi ne consentono l’utilizzo fino a concentrazioni più alte: 0,40% per i singoli composti e 0,80% per le miscele. Come mai?
Per quanto riguarda invece i prodotti cosmetici contenenti butilparabene e propilparabene impiegati per la zona pannolino e destinati a bambini di età inferiore ai sei mesi, il CSSC non ne è ha escluso i possibili rischi sulla salute. In questa fascia di età, il bambino è più suscettibile ad irritazioni e i parabeni, una volta assorbiti, potrebbero essere difficilmente eliminati.
Discorso a parte per i metilparabeni e etilparabeni che, al momento, sono da considerarsi sicuri alle massime concentrazioni consentite dalla legge.
Certamente, occorreranno altri studi per poter approfondire la questione “parabeni”.
E allora, nel frattempo come comportarsi? Scegliamo un prodotto economico con parabeni o più costoso ma senza? L’uso prolungato di prodotti contenti parabeni potrebbe avere riscontri sulla nostra salute?
Prima di tutto impariamo a leggere l’etichetta: meno ingredienti ha il nostro prodotto, meglio è! Ricorda che gli ingredienti riportati per primi nell’elenco sono quelli contenuti in percentuali maggiori. E se tra gli ingredienti appaiono una sfilza di sostanze che terminano con paraben, allora occhio. Impariamo a scegliere con consapevolezza!
Maria Rosaria Ferro
Bibliografia
- Darbre PD et al. Concentrations of parabens in human breast tumours. J Appl Toxicol. 2004 Jan-Feb;24(1):5-13.
- Darbre PD et al. Paraben esters: review of recent studies of endocrine toxicity, absorption, esterase and human exposure, and discussion of potential human health risks. J Appl Toxicol. 2008 Jul;28(5):561-78. doi: 10.1002/jat.1358.
- REGOLAMENTO (UE) N. 358/2014 DELLA COMMISSIONE del 9 aprile 2014 che modifica l’allegato II e l’allegato V del regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio sui prodotti cosmetici.
- REGOLAMENTO (UE) N. 1004/2014 DELLA COMMISSIONE del 18 settembre 2014 che modifica l’allegato V del regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio sui prodotti cosmetici.