Una nuova frontiera nel trattamento dei disturbi osteoarticolari: l’ozonoterapia, ovvero l’utilizzo dell’ozono in ambito medico, è una pratica utilizzata da diversi anni.
Le prime applicazioni risalgono alla prima Guerra Mondiale durante la quale l’ozono veniva utilizzato dai medici tedeschi sui soldati per scongiurare l’insorgenza di gangrena gassosa, per il trattamento di ustioni e fistole, per fratture e varie infiammazioni. L’ozono venne utilizzato anche per la purificazione dell’acqua. Una delle sue azioni più conosciute è infatti quella antimicrobica, cioè la capacità di uccidere batteri, virus e funghi: non esiste batterio, virus o fungo che possa resistere ad una corretta dose di ozono, somministrata nei tempi giusti.
Le prime applicazioni dell’ozono furono cutanee. Oggi invece esistono diverse vie di somministrazione: endovenosa (sia per somministrazione diretta che per autoemoinfusione), intramuscolare, intrarettale, infiltrazione locale (cutanea, sottocutanea, transdermica, intradiscale, paravertebrale, intrarticolare), topica (pomate, cerotti), orale. L’unica via di somministrazione non permessa per gli effetti tossici ed irritanti sull’apparato respiratorio è quella inalatoria.
L’ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno. È una molecola molto instabile dal punto di vista strutturale che si scompone facilmente in ossigeno molecolare (più stabile) e ossigeno atomico (altamente reattivo). A causa di questa instabilità è stato fondamentale ricercare dei sistemi che ne permettessero l’uso terapeutico senza alterare le sue proprietà.
Nelle applicazioni topiche come pomate e cerotti e nelle somministrazioni orali il sistema di trasporto dell’ozono prevede un veicolo oleoso, rappresentato per lo più da olio di oliva o olio di girasole. Il processo che porta all’incorporazione dell’ozono in questo olio prende il nome di ozonizzazione. I prodotti a base di olio ozonizzato sono pertanto prodotti contenenti un olio di oliva o di girasole legato all’ozono in grado di trasportarlo nell’organismo, garantendone il massimo assorbimento.
Le principali funzioni dell’ozono sono legate alla sua azione ossidante. Una volta assorbito dall’organismo, l’ozono provoca un moderato e transitorio stress ossidativo, una situazione in cui si producono radicali liberi, molecole reattive in grado di legarsi a proteine, geni e grassi alterandone la struttura e la funzione. Questo crea un inziale shock nell’organismo necessario affinché quest’ultimo attivi i meccanismi fisiologici di difesa, come quelli antinfiammatori, antiossidanti e riparativi.
In ambito ortopedico-reumatologico l’ozonoterapia è diventata un’efficace opzione di trattamento di numerose patologie muscoloscheletriche, in particolar modo per la gestione del dolore muscolare, articolare, di tendini e legamenti.
Le patologie osteo-articolari sono spesso accompagnate da infiammazione e ipossia, quest’ultima una condizione in cui nel tessuto interessato viene a mancare ossigeno. Nelle patologie croniche, come per esempio l’artrosi, si verificano anche processi degradativi a livello della cartilagine e dell’osso. Questo induce uno stato di sofferenza nel tessuto con un rallentamento dei tempi di guarigione e di recupero funzionale.
In questo contesto l’ozonoterapia risulterebbe utile:
- nel migliorare la circolazione favorendo un maggiore apporto di ossigeno nel tessuto infiammato;
- nello stimolare la riparazione del tessuto rallentando i processi degradativi;
- nell’esercitare un’azione antinfiammatoria e antidolorifica;
- nel migliorare il movimento.
L’ozono, somministrato correttamente (nei giusti dosaggi e da personale qualificato, specie per le pratiche più invasive) è sicuro e con minimi effetti collaterali. Alcuni degli effetti da esso esercitati (l’induzione di un iniziale stress ossidativo) impongono cautela d’uso in alcune condizioni cliniche come favismo (deficit di Glucosio- 6- fosfato deidrogenasi), gravidanza, patologia cardio-vascolare acuta in atto e disordini della coagulazione non controllati.
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