Con la menopausa l’ovaio smette di produrre estrogeni scombussolando sia dal punto di vista fisico che psicologico la vita di una donna. Compaiono improvvise caldane, crisi nervose, insonnia, pelle più secca e rugosa, secchezza vaginale, maggiore predisposizione ad ingrassare, indebolimento osseo. Con la menopausa le ossa diventano infatti più fragili e più esposte a traumi e fratture. E’ importante pertanto salvaguardare la salute delle ossa con le buone abitudini alimentari e una corretta attività fisica. Un buon apporto di calcio e vitamina D nella dieta è un già buon punto di partenza.
Il calcio è un minerale presente nel latte e altri prodotti lattiero caseari come yogurt e formaggi, nel pesce, come quello azzurro, i polpi, i calamari e i gamberi, in molte verdure verdi (sebbene il calcio delle verdure è molto meno assimilabile di quello dei latticini) come la rucola, il cavolo riccio, le cime di rapa, i broccoli, i carciofi, gli spinaci, i cardi, nella frutta secca (mandorle, arachidi, pistacchi, noci, nocciole), nei legumi, in particolare i ceci, le lenticchie, i fagioli cannellini, borlotti e occhio nero.
Per favorire l’assorbimento di calcio è importante che questo non venga assunto con alimenti ricchi di ossalati come spinaci, rape, legumi, prezzemolo, pomodori, uva, caffè, tè perché queste sostanze ne impedirebbero l’assorbimento.
La sede principale del deposito di calcio è l’osso. Il calcio svolge funzioni essenziali per tutti gli organi e gli apparati.
Il calcio assunto con la dieta o attraverso integratori è assorbito a livello intestinale attraverso due meccanismi: uno per via passiva e l’altro mediato dall’azione della vitamina D. Pertanto, in caso di stati carenziali di vitamina D, anche l’assorbimento di calcio a livello intestinale risulta compromesso.
Per quanto riguarda la vitamina D, solo il 20% proviene dalla dieta, l’80% del fabbisogno si ottiene attraverso l’esposizione al sole. Nella stagione estiva sarebbe sufficiente esporre viso, collo e arti 2-3 volte a settimana per 15 minuti e l’inverno per 20-30 minuti anche 4 volte a settimana per una produzione sufficiente di vitamina D. Pochi sono invece gli alimenti che contengono quantità rilevanti di vitamina D, tra questi l’olio di fegato di merluzzo, lo sgombro, il salmone, il tonno, il tuorlo d’uovo.
Lo stato di vitamina D a livello corporeo è evidenziabile mediante la misurazione nel sangue della sua forma circolante, il calcifediolo (o 25(OH) vitamina D). Una carenza (quando questo valore è inferiore a 20 ng/ml), se associata anche ad un aumento del paratormone (ormone prodotto dalle paratiroidi e coinvolto anch’esso nel metabolismo della vitamina D) va tenuta sotto controllo, in quanto potrebbe essere sinonimo di indebolimento dello scheletro e dunque di un maggior rischio di frattura.
La carenza di vitamina D può dipendere da vari fattori: dalla scarsa esposizione solare e capacità della pelle di sintetizzare vitamina D, dalla dieta e dai livelli di estrogeni. Con l’invecchiamento e la menopausa si assiste ad una riduzione della sintesi di vitamina D e di assorbimento di calcio a livello intestinale.
La vitamina D svolge un ruolo decisivo non solo per il mantenimento della salute dell’osso ma anche della muscolatura. La vitamina D si lega a dei recettori presenti a livello muscolare aumentando la sintesi proteica e la crescita cellulare. Questo si traduce in aumento della massa muscolare, della forza muscolare e dell’equilibrio e di conseguenza minor rischio di cadute e fratture, aspetti importanti soprattutto nell’anziano.
Il fabbisogno quotidiano di calcio e vitamina D varia con l’età e dipende dallo stato di salute della persona. Sicuramente calcio e vitamina D possono essere di aiuto nella fase premenopausa e in menopausa come prevenzione. Il fabbisogno di calcio può arrivare anche a 1.200 mg dopo i 50 anni, mentre quello della vitamina D da 1500 unità internazionali per l’adulto fino a 2300 unità internazionali per l’anziano. La vitamina D va normalmente assunta per via orale e a stomaco pieno. Negli stati carenziali il dosaggio sierico del calcifediolo andrebbe fatto ogni 3-6 mesi.
La vitamina D è liposolubile, è rapidamente assorbita a livello intestinale e distribuita attraverso la circolazione linfatica quasi totalmente al tessuto adiposo dove viene immagazzinata e rilasciata al bisogno. Pertanto una maggiore massa adiposa “diluisce la vitamina D”, il che spiegherebbe la maggiore carenza e necessità di supplementazione nei soggetti in sovrappeso e obesi.
I soggetti da tenere maggiormente sotto controllo sono:
- quelli con difficoltà di assorbimento: fibrosi cistica, celiachia, m.Whipple, m. Crohn, chirurgia bariatrica, ecc;
- obesi;
- coloro che assumono farmaci come glucocorticoidi, anti-retrovirali immunosoppressori, anticonvulsivanti;
- con insufficienza epatica grave, insufficienza renale avanzata, sindrome nefrosica, gravidanza, allattamento.